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All'inizio fu Arcimboldo... Poi (dopo un bel pò) fu Carl Warner. Carl Warner è un geniale fotografo (le cui creazioni molti di voi avranno potuto ammirare in qualche pubblicità) che elabora in modo estremamente originale i suoi paesaggi utilizzando per le sue scenografie solo prodotti commestibili. Warner dovrebbe avere un'apposita licenza perchè se hai fame le sue foto possono avere effetti devastanti, dare origine a fiumi di bava e a nefaste fantasie in cui ci si rotola felici in un mondo ideale fatto di distese di prosciutti succulenti e mozzarelline invitanti... Leggenda narra che abbia iniziato a creare i suoi foodscapes (unione delle parole "cibo" e "paesaggio") per convincere i propri figli a mangiare più frutta e verdura, tentativo nel quale il nostro prode creativo è miseramente fallito consolandosi con il fatto che, perlomeno, la cocciuta prole non gioca col cibo più di quanto non faccia lui stesso... Carl combina diverse immagini per creare scenari fantastici in cui il senso della profondità viene dato dal posizionamento a strati dei prodotti culinari e dall'utilizzo di tavoli lunghi 2,4x1,2 metri.Warner distribuisce gli "ingredienti" e li fissa con l'aiuto di supporti in polistirolo, colla e spilli. La preparazione della scena è piuttosto complessa e richiede giorni di lavorazione per il completamento di un solo foodscape. Dietro alla disposizione degli alimenti c’è un attento studio sulla prospettiva e i vari strati dell’immagine vengono fotografati in fasi successive per evitare che la distesa alimentare disposta sul tavolo deperisca.La forma dei protagonisti commestibili degli scatti deve essere quanto più simile possibile a quella degli elementi naturali che si intende riprodurre, così da riuscire ad ingannare l’occhio dell’osservatore.Infine gli scatti vengono ritoccati e migliorati al pc. Abbiamo così, per la gioiosa salivazione delle nostre papille gustative, golose città di formaggio, muri di riso, ombrelloni di funghi, alberi di broccoli, rocce di patate, nuvole di mozzarella, torri di carota, tramonti di radicchio rosso e colline di pancetta, cipressi di bacon e morbide onde di salmone affumicato. La cura dei dettagli è altissima e il risultato raggiunge impressionanti livelli di realismo. Osservando queste foto, dite la verità, non vi viene un certo languorino? In questa bucolica scena ispirata alla campagna italiana alcuni degli elementi cibari presenti sono un carrello fatti con parti di lasagna, campi di grano e muretti di farro, nuvole di mozzarelle, alberi di prezzemolo e peperoncino verde, cespugli di basilico. Sullo sfondo una ridente cittadina di formaggio. Alberi di broccoli, candide nuvole di cavolfiore e montagne di... pane. Un arcobaleno perfetto al di là del bosco di prezzemolo e i lontani monti di patate... sembra anche a voi di intravedere un picco ravioliforme? Pane, grissini, prosciutto e salame danno vita al sogno proibito di ogni amante del salume che si rispetti... Qui il sogno proibito è declinato in versione mortadellosa con accenni di pancetta sulle collinette... solo a rimirare cotanta abbondanza il limite massimo colesterolo si potrebbe alzare... Ecco invece. per la gioia di grandi e piccini, il reame del salame. Casette di formaggio, teloni e ceste di pasta e una colorata profusione di cereali, legumi, mandorle e ortaggi per ravvivare il vicolo. Cucina italiana fatta di verdurine varie, pasta e formaggi. Una torre di carota si staglia in lontananza su una città di formaggio, mentre nel cielo fluttuano mongolfiere variopinte di frutta mista (c'è anche un aglio solitario) e legumi. Ad incorniciare il ridente paesaggio alberi di broccoli, rocce di patate, campi di mais, zucchine, asparagi e cereali... una menzione speciale ai comixiani che trovano altri ingredienti! Pane e formaggio in quantità per un paesaggio in cui, se non ci sono caprette che "ti fanno ciao" perlomeno i monti potrebbero sorridere, spalmati di nutella... Placide onde di salmone affumicato, scogli di patate e pane con sbuffetti di prezzemolo, un baccello che naviga solitario verso l'orizzonte incorniciato da quelle che potrebbero essere fronde di finocchio... che tramonto! Ed ecco il genio all'opera! Slurp!
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Usa l'Inventaparole e stravolgi il senso e i sensi! Ti sei rotto dei soliti dialoghi, dei classici e delle frasi fatte? Usa il nostro generatore di parole e di divertimento! Puoi provare anche Delfino Curioso e i titoli dei Cartoni Giapponesi Qui per te i nomi più improbabili di rapper, non si sa mai che possano ispirare qualcuno...
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Una delle figure più commoventi delle nostre scuole, degna del libro “Cuore”, è lo “studente che abita lontano”. Per colpa di un destino infido e bastardo, tale esemplare umano risiede in un comune lontanissimo dall’istituto che frequenta. Attenzione: stiamo parlando di località maledette, esattamente equidistanti da qualsiasi grosso centro che ospiti la scuola superiore di riferimento. Esempio: uno studente emiliano che appartenga a questa specie, si troverà ad abitare in un paesucolo che è l’esatto crocevia tra Reggio Emilia, Modena e Ferrara. Dunque, qualsiasi città scelga per andare a scuola, il tapino dovrà in ogni caso sorbirsi, tutti i giorni, un viaggetto d’andata e ritorno di un centinaio di km!! Vediamo in dettaglio come si svolge la giornata dello “studente che abita lontano”, che d’ora in poi, per comodità, chiameremo “SCAL”. Per poter essere in classe alle 8, lo SCAL è costretto ad alzarsi ad un orario spaventoso: le 5 !!Una sveglia dal trillo malefico e rumorosissimo lo strappa dal sonno in fase Rem per piombarlo direttamente all’inferno. Sebbene in stato di totale coma cerebrale, lo sciagurato deve infatti muoversi, e alla svelta!Si butta giù dal letto, si piomba in bagno, si getta secchiate d’acqua gelida in faccia e sotto le ascelle, si veste a casaccio, salta la colazione o ingurgita "quel che c’è"(merendina, pane raffermo, coscia di pollo in frigo, dentiera del nonno), infila lo zaino e si scaraventa fuori casa. Attorno a lui, il nulla. O meglio: il buio, il vento gelido e branchi di lupi ululanti. Con una biciclettata infartuante raggiunge alle 5.30 il bus o il treno che stanno per partire. Sale. Stremato, si accascia sul sedile. Lungo il tragitto di una cinquantina di km, lo SCAL alterna due attività: 1) un dormiveglia scomodo e angosciantissimo, pieno zeppo di sogni orribili tipo: il preside che gli mangia le dita, un rapporto amoroso con la 85enne prof di matematica, il dramma di essere incastrato in un water (sogni che, chiaramente, sono un mix di ansia studentesca e dolore fisico legato alla posizione trapezoidale assunta sul sedile del mezzo di trasporto); 2) il ripasso svogliato, moralmente obbligatorio ma assolutamente inutile, delle materie studiate da cani il giorno prima, in cui spera con tutto il cuore di non essere interrogato. Finalmente, dopo circa un secolo, lo SCAL arriva in stazione. Ora, è vero che il bus o il treno hanno fatto il tragitto con la lentezza di una diligenza del west , ma è anche vero che adesso sono solo le 6.45, e manca più di un’ora all’inizio delle lezioni! Lo SCAL, dunque, si concede una brioche al bar, per poi avviarsi a piedi verso la scuola, che raggiunge in un quarto d’ora. Tutto intirizzito, sui gradini d’ingresso dell’istituto, assieme agli zombi “che vengono da lontano” come lui, il triste studente attende che il bidello si alzi, vada al cesso, faccia una lauta colazione e finalmente venga ad aprire il portone. Alle 7.40 lo SCAL può entrare a scuola. Dopo una decina di minuti inizia ad arrivare il resto della fauna studentesca. Alle 8 cominciano le lezioni. Durante la mattinata lo SCAL non è diverso dagli altri studenti, a parte il fatto di essere vittima di colpi di sonno mortali e stati di devastazione fisica tipo reduce del Vietnam. Alla fine delle lezioni lo SCAL si avvia verso la stazione. Attende il mezzo che lo riporterà al suo paesucolo sperduto, parte, si fa un’altra oretta di viaggio e finalmente arriva. Alle 14.30 può entrare in casa. La madre lo saluta affettuosa, per poi aggiungere le seguenti parole: "Com’è andata? Il pranzo è sul fornello, è solo da scaldare. Mi raccomando non fare troppe briciole, che ho appena pulito per terra!". Così, mesto, lo SCAL riscalda i cibi avanzati dai famigliari, e tutto solo si mette a mangiare davanti alla Tv. Dopodiché, stanchissimo, opta per un sonnellino. Nelle ore che rimangono del pomeriggio, fa i compiti. Dopo cena, se non è costretto ancora a studiare, vive un dramma micidiale: vorrebbe vedersi il fantastico film che danno in Tv, ma sa anche che se non se ne va a letto presto il giorno dopo creperà di sonno. "Beh, dai, ancora un quarto d’ora", continua a ripetersi. Alla fine, di quarto d’ora in quarto d’ora, andrà a letto a mezzanotte, alla fine del film, senza però esserselo gustato con tranquillità. Infilatosi sotto le coperte, crolla in un nanosecondo. E’ meglio che riposi, perché il giorno dopo, l’inferno lo attende di nuovo… E tu, che ne dici? Sei anche tu uno SCAL?
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Lo abbiamo fatto anche noi a Comix! Dedicata a tutti i comixiani in vena di cimentarsi in un veloce art attack di grande soddisfazione, ecco un'illusione ottica che vi farà girare in tondo per un bel pò e che farà dubitare della vostra salute mentale chiunque dovesse sorprendervi mentre gironzorellate con un occhio coperto intorno alla vostra scrivania! Il simpatico draghetto di carta, che potete scaricare qui sotto secondo il colore che vi piace di più, va stampato, tagliuzzato e piegato seguendo attentamente le semplici istruzioni che troverete scritte intorno al draghetto stesso (se invece vi deprime l'idea di tradurre dall'inglese, vi forniamo un filmato illuminante). Una volta che avrete completato la costruzione del vostro capolavoro draghiforme, guardandolo a una certa distanza con un occhio solo, vi sembrerà che il cosetto segua i vostri spostamenti muovendo la testa! (In realtà funzione anche se da lontano lo si guarda con tutte e due gli occhi, ma coprendone uno l'effetto è immediato!)Provare per credere!
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Okay, lo sappiamo solo voi, io, i vostri genitori, i vostri amici e gli amici dei vostri amici. Non fatene parola con nessun altro. Ebbene sì, non avete ancora dato il vostro primo bacio! L’idea vi solletica, sarebbe anche ora di un po’ di sano slurp yum, e però siete terrorizzati. Quando si bacia, che si deve fare?Questa prima lezione servirà a farvi capire che esistono vari tipi di bacio. E che ad ognuno corrisponde una specifica reazione. 1) Il bacione – è quel grosso smack che ti danno su una guancia i parenti vecchi e bavosi che non vedi da dieci anni. Come agire: sorrisetto di circostanza e fuga in bagno per lavarsi la faccia. 2) Il bacio da film – bello a vedersi, ma scomodissimo da praticare: deve essere dato su un solo lato della bocca, al rallentatore e preferibilmente in sella a un cavallo che si allontana al rosso del tramonto. Per non parlare della melensa musica di sottofondo, che va bene un po’, ma alla lunga ti fa venire due balle alla zuava! Da evitare. 3) Il bacetto romantico – delicato, emozionato, sfiorante. Poca roba di per sé. Però, questo semplice e veloce gesto, soprattutto se dato per la prima volta, è l’unico in grado di provocare le seguenti conseguenze: pezzamento dell’ascella, sentimento di onnipotenza (ce l’ho fatta, ce l’ho fatta!!) e delirio allucinatorio. Dopo il bacetto il vostro lui vi apparirà circonfuso da una luce mistica, più bello di Riccardo Scamarcio. La vostra lei farà scomparire Angelina Jolie. Godetevi il momento, perché poco a poco le visioni svaniranno, e il vostro partner tornerà ad essere l’elfo butterato che è sempre stato. 4) La pomiciata – o limonata, rappresenta la vera passione: ovvero, un intrecciarsi viscido e salivoso di lingue che si attorcigliano su e giù e di qua e di là e a destra e a sinistra e adesso guido io e poi guida tu e ora aspetta che prendo fiato ecco l’ho preso torniamo in apnea e dai e dai. Detta così, parrebbe una schifezza microbica, invece…Attenzione, una sola precauzione: prima di pomiciare mangiate in modo leggero, evitando aglio, cipolle, verze, peperoni, cinghiali in agrodolce e topi in salmì. Anche conoscere i gusti culinari del proprio “baciatore” è fondamentale, per evitare di incappare in brutte sorprese: un alito all’aroma di quattro formaggi può avere un effetto destabilizzante per l’intera vita! Qualcuno conosce altri tipi di bacio…?!
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(DOCUMENTARIO A CURA DELL’ISTITUTOGEOGRAFICO-ANTROPOLOGICO COMIXIANO DI RICERCA) La scuola è una società divisa in classi e gli studenti sono animali che vivono in banchi. Tali banchi, manufatti in ferro e truciolato molto simili a strettissimi seggioloni per poppanti, sono utilizzati ancora oggi sebbene risalenti ad epoche remote (probabilmente il neolitico). Sopra il ripiano di ogni banco si possono apprezzare incisioni rupestri di grande valore storico-culturale: simboli fallici, cuori trafitti, inusuali rituali d’accoppiamento, formule matematiche, codici decifrabili (T.V.T.B.,3MSC) o ancora sconosciuti agli studiosi (T.V.T.B.A.S.P.C.U.F.D.P., presumibilmente “Ti voglio tanto bene anche se puzzi come una forma di pecorino”) E’ invece rischiosissimo, e a volte mortale, mettere una mano “sotto” il ripiano del banco. Infatti, appoggiati o appiccicati, si possono ritrovare reperti infettivi quali: - chewing-gum fossili - chewing-gum ancora mollicci masticati da ignoti- fazzoletti di carta (usati)- carta igienica (usata)- una brioche con data di scadenza “febbraio 1941”- DNA di dinosauro- un pipistrello morto (forse) Principale luogo di forzata aggregazione, per gli studenti, è l’aula: un habitat che procura ai giovani esemplari della specie umana una forma di foto-allergia e scompensi alla vista. La luce del sole entra infatti nelle aule attraverso vetri smerigliati. Smerigliati dalla polvere e dalla sporcizia. L’illuminazione fioca, resa ulteriormente innaturale dalle lampade al neon, procura agli studenti sonnambulismo e una sorta di semi-cecità: come i pipistrelli, i ragazzi riescono fortunatamente a muoversi nell’ambiente grazie allo sviluppo di sensi-radar. Sensi radar che a volte tornano utili per evitare l’attacco del maleodorante branco dominante: “il corpo docente”. Agli ordini di un feroce capo predatore generalmente vestito da pagliaccio, “il preside”, e assistito da sgherri spesso doppiogiochisti (“i bidelli”), il corpo docente ha un unico scopo: fare scempio degli studenti. Emblema di questo malvagio gruppo animale è la cattedra, sopra la quale troneggiano due simboli della nostra cultura: la religione e lo stato. Ovvero, un crocifisso e la foto del presidente della repubblica (a volte ci si mette un po’ ad aggiornarsi, in alcune scuole c’è ancora Pertini). In fondo all’aula, nell’armadio, reclusi come prigionieri, agonizzano i “vocabolari”. Anche in questo caso le scuole fanno spesso fatica a stare al passo coi tempi. Non è raro, infatti, imbattersi in tomi non proprio recentissimi, recanti la seguente intestazione “Vocabulario de la lengua italica (editione Zanechelli, anno Mille et cinquecentum)”. Per ritemprarsi dalle vessazioni del corpo docente, e per espletare le naturali incombenze fisiologiche, gli studenti si danno ritrovo in un particolare ambiente: il cesso. La parola “cesso” è stata coniata assieme alla scuola. Prima esistevano solo i termini “bagno” e “toilette”. Definizioni troppo gentili per gli orrendi tuguri e le spaventose turche che infestano i nostri istituti. Malgrado l’aspetto, i cessi sono, come detto, dei gettonatissimi luoghi di ritrovo. Le femmine non vi si recano se non accompagnate da una/due/tre loro simili, mentre i maschi, per dare un tocco di bellezza, sono soliti apportare modifiche all’intero ambiente. Da segnalare in particolare, come tocchi d’arredamento, le impronte delle scarpe sul soffitto e i soavi affreschi di volatili sui muri. L’istituto geografico-archeologico comixiano di ricerca vi dà appuntamento alla prossima puntata.
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Tempo di solleone, di mare, di spiagge e di... sabbia! E se i più con la sabbia si limitano a impanarsi come una cotoletta, a seppellire amici, parenti e passanti bonariamente disposti allo scherzo (che poi si ritroveranno minuscoli granelli nei posti più improbabili per giorni, pensando a quanto sono stati imbecilli a lasciar fare) e a fabbricare poltiglie polpettiformi da lanciare a distanza su qualche malcapitato, c'è anche chi, preso da guizzo creativo, orna i bagnasciuga con veri prodigi architettonici e sculture artistiche decisamente notevoli. Ecco dunque una piccola galleria di meraviglie sabbiose, che fanno venire quasi voglia di armarsi di paletta e secchiello e lasciarsi andare alle più sfrenate fantasie edilizie... Ecco qui un affascinante sogliolone... Mentre qui possiamo ammirare una fedele riproduzione della famiglia gialla più amata del globo. Questo invece è un micio che ronfa beato... Ecco il classico castello, che si erge fiero contro le onde. Qui un altro graziosissimo castello, dalle linee più morbide e accompagnato da un delfino che però, in proporzione, è grande più o meno quanto una balenottera azzurra... Questo castello trascende invece il normale concetto di castellosità marittima e si avvicina di più alla rappresentazione di un'intera cittadina... Ecco quello che sembra un magnifico cefalone dal muso pacioso spiaggiato... Una rana tallonata da un grillo con aria malevola... Qui invece qualche talentuoso si è prodotto nella creazione di strani omini: il risultato è sorprendente, e la pazienza per poterne fare così tanti, pure! Naturalmente, se qualche comixiano volesse mandarci qualche sabbioso parto della sua immaginazione, saremo strafelici di pubblicarlo!
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Ah, le vacanze! Addio scuola puzzolente, professori imbalsamati e sputacchianti, interrogazioni a rischio infarto. Basta, basta, basta! Farsi biscottare dal sole, posare le chiappe sulla sabbia o sul bordo della piscina, starsene a letto finché mamma e papà non ti prendono a colpi di spazzolone nei fianchi: questa sì che è vita! Certo, negli ultimi mesi molte di voi hanno sopportato dei sacrifici da girone dantesco, mettendosi a dieta per poter sfoggiare una linea perfetta in costume da bagno. Nella maggior parte dei casi è stata una tortura non necessaria. Sappiate infatti, care lettrici, che ai ragazzi le ragazze piacciono sempre e comunque: se siete magre perché siete magre, se avete qualche chiletto in più perché siete prosperose (e dunque sfoggiate “mercanzia” da lustrarsi gli occhi!). Su una cosa, comunque, avete ragione: d’estate gli amorazzi sbocciano che è una meraviglia. Saranno gli ormoni in festa, la luna e le stelle, il dolce far niente, chi lo sa !? Love and sex, oh la la la hi hu!! Naturalmente, però, bisogna “saperci fare”. Questo test servirà a farti capire se sei in grado di destreggiarti, e sedurre, nelle tipiche situazioni estive. Se riuscirai a conquistare il titolo di “vamp”, bèh, vorrà dire che farai cascare come pere cotte tutti i ragazzi che vorrai! 1) Al mare, sulla spiaggia, vedi l’omo dei tuoi sogni. Devi fargli notare quanto sei sexy. Come gli vai incontro? A) A piedi nudi, sculettando.B) Correndo come una pazza, fino a schiantarti contro di lui dandogli una craniata mortale nei “marrons glacès”.C) A passo lentissimo e malfermo, indossando le ciabatte infradito sudate di tuo fratello (45 e ½ di piede) 2) Quale di questi costumi da bagno indossi più volentieri? A) Il costume intero bianco “che si vede tutto”.B) Il due pezzi che ogni volta che lo vede tuo padre ti dice: "vatti subito a cambiare!"C) Il mutandone di lana fatto dalla nonna all’uncinetto. 3) Al bancone di un bar all’aperto, in una splendida notte stellata, un bellissimo ganzo che sembra il sosia di Brad Pitt da giovane, ti si avvicina e ti dice: "pupa, offro io. Cosa bevi?". Ecco, cosa bevi? A) Un cocktail esotico.B) Un chinotto on the rocksC) Un latte tiepido. 4) La luna, un leggero venticello, il mare, la spiaggia, un ritmo latino in lontananza, tu e lui che vi tenete per mano. E’ il momento del bacio, te lo senti. Che gli dici prima di congiungere le tue labbra con le sue e farti trasportare dal magico fluido de l’amour? A) "Besame, besame mucho!" B) "Stiamo correndo troppo, dobbiamo avere un po’ più di calma: dammi un secondo e mi sfilo la mutanda!"C) "Aaahhh: si vedono tanto le mie carie?" PROFILI Maggioranza di risposte A: Vamp. Conosci tecniche e tempi per fare impazzire qualsiasi uomo. Buona estate!Maggioranza di risposte B: Vampira. Zompi addosso a tutti gli uomini o solo a uno in particolare? Un po’ più di contegno, please! Maggioranza di risposte C: Svampita. Ma dove vivi? Coraggio, allenati un po’: una monaca di clausura farebbe di meglio!
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