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MATEMATICA, MI STAI ANTIPATICA

Basta con la Catarsi!

Flavio Oreglio molla le poesie e si riscopre professore di matematica: che sogno per gli studenti ascoltare una lezione come questa!.

Tratto da Siamo una massa di ignoranti. Parliamone, Bompiani 2006

GIORNATA TIPO

Abiti in una palazzina al quinto piano (e se sai che è il quinto significa che il concetto di ORDINE – uno dei concetti basilari della teoria dei numeri – ce l’hai ben chiaro nel cervello (e se sai che è nel cervello hai anche chiari i concetti di “interno” ed “esterno”, strettamente connessi all’idea base dell’APPARTENENZA – altra idea importante nella teoria degli insiemi).

Suona la sveglia: sono le sette. È l’incontro col primo NUMERO della giornata e già ti sei rotto i coglioni. Tutti e due – secondo numero del giorno.

Prepari la colazione. La prepari ovviamente nell’ANGOLO cottura. Quanti biscotti mangi col caffelatte? Opps scusa, ho detto “quanti”, un’altra supposizione matematica…

Ma non solo: ho detto in realtà “Quanti biscotti mangi col caffelatte?”, con tanto di punto di domanda finale. Hai risposto? Bene, abbiamo risolto un piccolo problema elementare.

Non è stato difficile. È bastato CONTARE i biscotti.

Devi andare al lavoro. Timbri il cartellino. Su quel cartellino vengono stampati dei numeri. Sei così abituato che non ci fai più nemmeno caso. C’è scritto INGRESSO 8.30, le ore e i minuti che tra l’altro non sono mai uguali: a volte è 8.31; a volte è 8.35; a volte è 8.45… hai notato che rarissimamente trovi 8.29 oppure 8.25? Non è un caso, è perché come tutti non è che hai tanta voglia di andare a lavorare, sei cioè (anche giustamente) un lavativo.

Sta di fatto che ogni giorno ci sono DIFFERENZE di orario.

Che giorno è? Un numero te lo dice. O meglio: tre numeri, giorno mese e anno.

Ci sono numeri dappertutto, hai un numero di codice fiscale, hai un numero sulla carta d’identità, hai un numero sulla patente, hai un numero di conto corrente, hai un numero (più basso) sul conto corrente… però sei figo, hai anche le coordinate bancarie, hai un numero sul libretto della mutua, hai un numero di telefono, hai un numero di targa, hai un numero di casa… ti rendi conto di quanti numeri hai? E che nonostante tutto qualcuno ti dice: “Lei non ha i numeri per fare questa cosa”? Balle! Hai così tanti numeri che potresti anche darli, i numeri.

Giochi i numeri al Lotto, speri di fare 13, vai a fare la spesa, ma prima CONTI quanti soldi hai in tasca, e quando li spendi fai anche qualche operazione di controllo sullo scontrino (se te lo danno) per capire se i CONTI tornano…

Non riesci a fare a meno dei numeri. Anche quando vedi una bella gnocca vorresti farli.

Vuoi partire per le vacanze? Per vedere se è possibile, prima devi fare due CALCOLI.

Speri che non siano ai reni.

E credi di avere fatto una battuta.

Calcolo vuol dire “sasso”, e sia che consideri i calcoli ai reni, sia che consideri i calcoli matematici il concetto non cambia.

I calcoli matematici si chiamano così proprio perché anticamente venivano eseguiti coi sassi.

Chiedi le ferie “dal… al…” (concetto di INTERVALLO), chiedi l’aumento (concetto di VARIAZIONE DI QUANTITÀ).

Tutti i concetti più importanti della matematica li ritrovi ogni giorno sulla tua strada.

Per farti capire fai un PARALLELO, a volte per strada rischi un INCIDENTE, a volte le tue idee sono COINCIDENTI con quelle del capo, più spesso hai idee DIVERGENTI, ma CONVERGENTI con quelle dei tuoi colleghi d’ufficio. Quanta geometria!!!

A volte ti svaghi con la battaglia navale (applicazione delle coordinate cartesiane, che si chiamano così perché le ha inventate CARTESIO, quello del Cogito ergo sum che tutti citano ma che nessuno conosce).

“Ma chi se ne frega della matematica! Io vado a ballare!”

Cosa balli? Musica da discoteca con la “cassa in 4”, valzer viennese in tre quarti, polka in due quarti, oppure ti basta ascoltare la musica (magari del jazz con tempi DISPARI, magari un bel Take five di Brubeck), o magari vai al corso di ballo dove l’istruttore CONTA “E uno e due e tre e quattro…”

Hai sempre a che fare con la matematica. Non puoi sfuggirle, tanto vale impararla, anche perché MATEMATICA significa appunto “ciò che si impara” e come si può non imparare “ciò che si impara”? È da stupidi, sarebbe come non trombare “ciò che si tromba”.

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By Quelli di Comix

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