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Leopardi, tagliala ‘sta siepe

di Enrico Brignano, tratto da:Anzi … a sproposito di me – Il meglio dei miei sproloqui, © Rizzoli

giacomo leopardi

Noi, popolo di artisti, di sognatori, noi, popolo di eroi, di poeti.
Quanti poeti sono tra di voi, quanti ce ne sono stati, e quanto hanno scritto questi poeti … hanno scritto tantissimo. Troppo.
Si potevano fermare un po’ prima!

Perché loro hanno scritto ma poi a noi tocca leggere certe poesie che ci danno da studiare a scuola!
E poi questi poeti non hanno mai una vita tranquilla, serena. Sono sempre agitati,contorti, enigmatici:
E la società non mi capisce, a me non mi capisce nessuno, i miei genitori non mi hanno mai capito, il più delle volte io stesso non mi capisco …
Scusa poeta ma tu stesso non ti capisci, pretendi che ti capisca io?
E poi costoro hanno scritto tantissimo, quasi sempre poesie accorate, angoscianti, funeste e più erano contorti, più scrivevano.

Foscolo per esempio ha scritto, per le scuole medie inferiori, cioè per ragazzi di dodici, tredici anni, pieni di vita e di entusiasmo giovanile, poesie come: Dei Sepolcri, In memoria del fratello Giovanni… ora, io capisco, è morto tuo fratello, mi spiace, ma tu devi per forza scriverci una poesia?
Quando, per esempio, è morta mia nonna, io non ho scritto niente a nessuno…

Leopardi poi è il peggiore di tutti. E’ sempre stato pessimista, pessimista cosmico. Lui era così pessimista che tra vedere il bicchiere mezzo pieno e vedere il bicchiere mezzo vuoto, lui non vedeva proprio il bicchiere.
E il povero Giacomo, pieno di angosce, un giorno scrisse il suo capolavoro: “Sempre caro mi fu quest’ermo colle e questa siepe che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude…
Scusa, Giacomo, qual è il problema?
Tu dici che ti stai angosciando, e ci stai angosciando, perché seduto su ‘sta panchina, a Recanati, non riesci a vedere cosa c’è dall’altra parte del colle? Alza il culo, sali sul colle e vai a vedere, no?
Lui dice: “Ma sai, io adesso ho una certa età, ho la gobba, non ce la faccio a fare le scale”.
“E allora stai seduto su ‘sta panchina, prima o poi dal colle scenderà qualcuno e gli domanderai: “Scusi, che ci sta dall’altra parte del colle?”
“Sì, ma non è tanto il colle, è questa siepe che …”
“E tagliala ‘sta siepe!”

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