By Alessandro Bonino e Stefano Andreoli (tratto da “Sempre cara mi fu quest’ernia al colon“)
“Gli ingredienti del fincipit sono elementari: l’alto e il basso.
Un inizio alto e una precoce caduta, il sublime che subito si volta nel volgare.
ll gioco della letteratura non è solo dei letterati e allora noi, che scrittori non siamo, ci prendiamo verso gli inizi e le fini delle confidenze, magari non molto raffinate.
Dopotutto, proprio Carducci, forse il poeta più parodiato della letteratura italiana, disse: Parodia è riconoscimento della poesia.“
II fenomeno del Fincipit è nato su Internet, ed è diventato subito un tormentone.
Il gioco, che forse in molti hanno già fatto a scuola, funziona così: si prende l’incipit di un’opera famosa, un romanzo, una poesia o una canzone, e lo si sviluppa a piacere portandolo entro poche righe a una conclusione a effetto.
E allora, comixiane e comixiani, ecco una piccola galleria di incipit celebri liberamente reinterpretati.
Se poi vorrete cimentarvi anche voi nella nobile arte del fincipit, date pure sfogo al gioco delle associazioni di idee più strambe e originali che vi possano venire in mente!
Ognuno sta solo sul cuore della terra
trafitto da un raggio di sole:
da domani
protezione 20.
Salvatore Quasimodo, Ed è subito sera
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.
Scomodi.
Giuseppe Ungaretti, Soldati
In principio Dio creò il cielo e la terra.
Per tutto il resto c’è Mastercard.
Genesi
D’in su la vetta della torre antica,
passero solitario, perchè ti vuoi suicidare?
Giacomo Leopardi, Il passero solitario
Cantami o Diva, del pelide Achille
l’ira funesta
quando gli rigaron la macchina.
Omero, Iliade
Respiri piano per non far rimore
ti risvegli di sera,
sei un rapinatore.
Vasco Rossi, Albachiara
M’illumino
d’immenso,
ma è un TIR a fari accesi controsenso.
Giuseppe Ungaretti, Mattina
Io non lo so chi c’ha ragione e chi no
se è una questione di etnia, di economia,
oppure solo pazzia: difficile saperlo.
Facciamo che m’informo e poi vi dico.
Ligabue, Jovanotti e Piero Pelù, Il mio nome è Mai Più
In una caverna sotterranea viveva un Hobbit.
Finchè un giorno passò il caterpillar.
J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit
Eran trecento, erano giovani e forti, secondo gli organizzatori.
Per la questura erano non più di venti e messi male.
Luigi Mercantini, La spigolatrice di Sapri
Musica musica musica della Madonna
gente gente gente divertente:
però, pensavo peggio, la processione.
Jovanotti, Muoviti muoviti
Solo et pensoso i più deserti campi. Così mi imparo a non comprarmi il Tom Tom. (Francesco Petrarca – Solo et pensoso i più deserti campi)
Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto sia: di doman non c’è certezza. Ma intanto grattiamoci. (Lorenzo de’ Medici – Il trionfo di Bacco e Arianna)
I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino. Forse la sera prima avevo bevuto un tantino… (Angelo Poliziano – I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino)
/:)))))))
nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per un cesso oscuro, che la catena era smarrita. Ah, quanto a dir quanto puzzava è cosa dura, questo cesso selvaggio e aspro e forte, che nel pensier rinova i conati.
nel mezzo di cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura…azzo mi sono perso
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
Che casino con l’inquinamento!
Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’eterno dolore:
Non facciamoci le corna!
m’illumiso d’immenso, che il plutonio nel sushi era troppo denso!
m’illumino d’immenso,
sapeste la bolletta
Taci. Sulle soglie del bosco non odo parole
che tu dici umane, ma odo parole più nuove che parlano gocciole e soldi lontani.
Piove, governo ladro.
La pioggia nel Pineto, D’annunzio
Non avrai altro Dio all’infuori di me. Siamo un tantino egocentrici eh?
Lunga e diritta correva la strada
poi hanno fatto tutte quelle ca**o di rotatorie.
(Francesco Guccini – Canzone per un’amica)
Son morto ch’ero bambino
e anche adesso che sono vecchio non mi sento molto bene.
(Francesco Guccini – Auschwitz)