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Quella volta che Feci l’ovo

Il nostro Francone esordisce sul web con un tenero racconto che odora di infanzia, di scuola e… di altro.

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Tanti anni fa ero in quarta elementare, il progresso correva veloce e l’architettura scolastica pure, così alla mia classe fu assegnata un’aula provvista di bagno.

Non più quindi estenuanti tragitti verso il cesso comune a tutta la scuola, spesso istoriato da graffiti di materiale umano, o allagato e puteolente, ma un bagno tutto nostro, a pochi metri dal banco, dove andare quando volevamo, senza chiedere il permesso alla maestra.
Un tale dono del cielo portò presto a un’euforica anarchia, con un va e vieni continuo, e spesso di disturbo alla lezione.

Fu così che, dopo la ricreazione di un maledetto giorno qualsiasi, la maestra, irata per la deregulation, proclamò: “BASTA! ADESSO, FINO ALLA FINE DELLE LEZIONI NESSUNO VA Più IN BAGNO!”
Io guardai il mio orologino con le braccia di Paperino che fungevano da lancette e feci un rapido calcolo: mancavano quasi due ore.
Nello stesso momento, come credo capiti nell’imminenza di una frana, sentii un rumore simile a quello di un crostone roccioso che si stacchi da un promontorio e sprofondi in un lago melmoso provocando lunghi ribollimenti.
Un rumore che, però, veniva dal mio stomaco.
Qualcosa stava avvenendo in me, forse a causa del bombolone ghiacciato ingollato durante la ricreazione, un qualcosa che, quando accade, ci fa benedire l’invenzione del bagno e la sua distanza a non più di 3 mt.
Ma qui, ora, era tutto vietato.

Così tornai a guardare l’orologio, era passato meno di un minuto, e mentre capivo che non avrei mai avuto il coraggio di chiedere l’uso del bagno alla maestra così furiosa, avvertii un secondo smottamento, se possibile ancor più minaccioso.

Si può frenare una valanga soffiandogli contro? o afferarre con una mano il dimosauro che precipita nel burrone? Non credo.

Caddi allora in uno stato di semiconfusione, quasi di euforia, in cui mi convinsi che la cosa migliore era abbandonarsi agli eventi, confidando nella tenuta stagna dei miei pantaloni di velluto.
Fissai allora la maestra con lo sguardo più attento e anonimo che avevo e, come chi ha un peso sulla coscienza o un carico di ananas avariate sulla tolda della nave, scaricai.

Mancava un’ora al termine delle lezioni e per un po’ mi cullai nel tepore e nel sollievo del momento.
Ma in breve un odore tanto strano quanto famigliare a tutti si diffuse nella classe.
La maestra stessa interruppe la lezione e con aria complice disse:
“Ragazzi, qualcuno ha fatto l’ovo, eh! Ragazzi, su, chi è che ha fatto l’ovo?”
Forse galvanizzato da queste parole (che c’entravo io con l’ovo?, mica si riferiva a me allora!), decisi di mantenere il silenzio, accusando chi mi accusava, insinuando sospetti, depistando, cercando di confondermi con gli altri.

E così continuai anche quando suonò la campanella, sebbene il mio scendere le scale fu lento e accorto come quello di chi abbia male nascosto nei pantaloni una decina di lumaconi che iniziano inesorabilmente a scendere.
Abbondamentente glassato giunsi a mia nonna che era venuta a prendermi e che, saputa la notizia, sorrise affettuosamente e mi caricò seduto sul cestino della sua Graziella, onde evitare la dispersione definitiva del materiale.
A casa mi mise subito nella vasca, e mentre l’acqua si colorava di scuro e un tanfo immondo impediva di respirare, vidi nei suoi occhi velati di nausea un comprensibile lampo di odio verso il nipote.
Io mi lasciavo pulire come fossi tornato neonato, come un piccolo pulcino già capace però di fare l’ovo.

FINE

E tu hai mai fatto una grande figura di Feci, anche non in senso letterale? Mandaci il racconto della volta che l’hai fatta grossa (anche in senso metaforico, ripetiamo) e lo pubblicheremo senza censure e con tutta la nostra comprensione!

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By Quelli di Comix

1 Commento

  1. Crylli

    io una volta stavo andando in bagno, tornata in classe avevo la cerniera dei jeans aperta e la classe rideva… che figura di feci..^.^” cmq ho alzato la braghetta e poi facendo l’indifferente ho raccontato agli altri di uno che aveva le mutande giù del tutto e con la mia storiella se ne sn dimenticati! ma io no…

  2. NdreNdre.

    Una volta un mio compagno di classe alle elementari (prima o seconda non ricordo bene, anche se mi sembra prima…) non era andato in bagno a ricreazione… poverino… aveva anche un anno di meno di noi perchè aveva fatto la primina (quindi era in seconda per forza!)… La maestra di italiano era severissima, aveva appena fatto una domanda e un altro mio amico alzò la mano e urlò: “Maestra, sotto la sedia di X c’è acqua!” e la maestra divenne viola poi bianchissima… lui (quello che se l’era fatta sotto) andò a casa a cambiarsi…
    Che figura di Feci…

  3. paxxa1998

    Quando ero in 5 elementare, la maestra mi kiamò alla lavagna…L’ interrogazione andò benone (6+), ma il tipo ke mi piaceva mi gridò sghignazzando ke avevo i pantaloni al contrario!!!!!ke figura di feci…..

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