E’ un classico.
La tecnica consiste, una volta lasciati dalla vostra donzella, nel provare a distrarvi amoreggiando con qualsiasi grazioso bipede di sesso opposto che vi capiti a tiro.Facile a dirsi se morfologicamente ricordate Brad Pitt, ma se invece la vostra fisicità propone un simpatico cocktail tra Gianni Minà e Lamberto Dini, allora potreste incontrare qualche comprensibile difficoltà.
Il metodo “chiodo schiaccia chiodo” in questo secondo caso vi lascia una sola possibilità: acchiappare disperatamente la prima donna che vi capiti a tiro e che non sia scossa da conati nel guardarvi.
Il rischio è che, per disperazione, si arrivi a rimorchiare delle ragazze che, con una sveglia in testa, ricordino un comodino in massello, ma è un tentativo che merita di essere fatto e talvolta ha addirittura successo.
Il noto sessuologo inglese Charles Kilpatrick sostiene però che applicando questa strategia si possa arrivare a un drammatico appiattimento del senso estetico dell’individuo, fenomeno espresso brillantemente da un antico adagio popolare della zona di Roma sud che recita così: “Belle o brutte, ce le ingroppiamo tutte“.
Pure, fa notare ancora il Kilpatrick nel suo saggio: “Sesso e stipiti: ecco due cose realmente incompatibili“, il sistema “chiodo schiaccia chiodo” può risultare un efficace anestetico delle sofferenze amorose e più che altro ha una sua precisa valenza sociale: far sposare le donne brutte.